sabato 31 luglio 2010

Piccoli jovanotti crescono


Quasi 30 anni dopo Simon & Garfunkel, oggi Jovanotti si esibisce al Central Park di NY in un concerto gratuito. Magari non farà il mezzo milione di persone, ma mica male per uno che aveva iniziato con Gimme five...

venerdì 30 luglio 2010

Scoperte tardive

Due rette parallele s’incontrano solo all’infinito. Quando ormai non gliene frega più un cazzo.

(via il museo del mondo)

giovedì 29 luglio 2010

Siamo tutti fratelli, qualcuno un po' di più /2

Oh-oh-oh, oh-oh-oooh


Mi rendo perfettamente conto che si tratta di un atteggiamento disfattista che non può avere altri effetti se non inchiodarmi ancor più profondamente sulla strada di una rassegnata conservazione di un esecrabile status quo, ma c'è una sola cosa che mi fa cadere le braccia più del vacuo e inutile e balbettante attorcigliamento attorno al nulla del Partito Democratico, ed è l'ammosciante dibattito autoreferenziale dei supposti simpatizzanti del PD sul vacuo e inutile e balbettante attorcigliamento attorno al nulla del Partito Democratico.

giovedì 22 luglio 2010

Colpi da maestro


Se c'è in giro un amatore di Hearts (una sorta di Rovescino con le carte da poker) non potrà non apprezzare il capolavoro assoluto compiuto da me ("m") all'ultima mano. Queste sì che sono soddisfazioni.

martedì 20 luglio 2010

Oggetti allo stato brado


A casa mia, gli oggetti non hanno un loro posto assegnato. O meglio, alcuni - un'esigua minoranza - ce l'hanno: tanto per dire, i surgelati stanno nel freezer, mentre lo spazzolino da denti staziona sul piano del lavandino in bagno (lavarsi i denti con un bastoncinofindus è notoriamente sconsigliato dall'Associazione medici dentisti italiani).
Ma la maggior parte dei restanti oggetti è svincolata da una posizione fissa. Li lascio liberi di vagare.
Naturalmente esistono, in casa mia, mobili appositamente scelti per la loro funzione di contenere o accogliere ordinatamente oggetti (armadi, scaffali e così via). Ma è una convenzione formale a cui oramai nessuno crede più, pura ipocrisia.
Così, va a finire che ogni oggetto, dopo essere stato in origine diligentemente posizionato nell'alloggiamento prestabilito, ad un certo punto comincia a seguire un suo itinerario autonomo, del tutto sganciato dalla volontà del padrone di casa.
Una casuale incursione permetterebbe di scoprire libri abbandonati sulle casse dello stereo, dischi appollaiati sopra i termosifoni o indumenti abbarbicati sugli schienali delle sedie (e fin qui, direte, è un classico). Ma anche accostamenti un po' meno scontati, come martelli dormienti sotto i cuscini del divano, oziosi barattoli di mangime per pesci (defunti da lustri) accanto al caminetto.
Il bello è che nessuno, in casa, si ricorda di aver mai spostato tali oggetti.
Sembra ormai assodato, infatti, che ogni oggetto, nel tempo, fuoriesca dal posto assegnato e peregrini per casa alla ricerca della posizione che preferisce, di cui, una volta insediatovi, si appropria. Come per usucapione.

Poi uno ancora si chiede come sia possibile perdere mezzora la mattina a cercare le chiavi della macchina.

(photo credit: Javier Jaen)

venerdì 16 luglio 2010

Per la poesia senza poeti

è probabile che il problema della poesia siano i poeti. il termine poeta -che giustamente crea brividi e imbarazzo ai più- andrebbe abolito. andrebbe legislato che tutte le poesie debbano essere depositate in forma rigorosamente anonima, pubblicate in sillogi casuali stampate su carta grigia, distribuite gratuitamente su autobus e treni, con minimo 10 anni di ritardo dal deposito. solo allora riacquisterebbe un senso, una preziosità.

“I poeti, che brutte creature / Ogni volta che parlano è una truffa”

Chiude i battenti brullonulla, un blog di cui non conoscevo assolutamente l'esistenza fino ad oggi. E che già mi manca.

martedì 13 luglio 2010

Per favore, Tremonti, tassaci!

Trovo che, tra le tante misure inique previste da questa Finanziaria, il blocco degli stipendi per tre anni a carico dei dipendenti pubblici (e in particolare dei Ricercatori) sia oltremodo nefasto.
Innanzitutto - e scusate l'autoreferenzialità, ma qui dentro in fondo si dà conto degli affari del sottoscritto - lo è, di sicuro, sul piano personale, poiché mi riguarda direttamente.
Ma lo è anche in un'ottica di sistema: primo, perché si tratta di una misura regressiva, che colpisce più duramente i giovani e i redditi meno elevati; secondo, perché è l'ennesimo taglio che si abbatte su chi si occupa di quella Ricerca che questo medesimo Governo altrove non esita schizofrenicamente a definire "la spina dorsale dell'economia europea".
Per tutto ciò, e per altre ragioni che vengono più diffusamente spiegate qui, appoggio la proposta dei Ricercatori della Rete29Aprile di sostituire il blocco degli stipendi con una “Tassa addizionale d’emergenza per uscire dalla crisi” con aliquota uguale per tutti, che, a parità di risparmi per il Governo, avrebbe almeno il pregio di maggiore equità e trasparenza.

domenica 4 luglio 2010