martedì 25 gennaio 2011

Per una rivoluzione legalitaria

Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa.
Ennio Flaiano (1910 - 1972)

lunedì 24 gennaio 2011

Il direttore che vorrei al TG1

"...un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e (...) deve comportarsi e parlare come tale. Il rinnovamento del Parlamento italiano è un fenomeno anche sociologico di cui la stampa deve dare conto: io non dimentico mai che il mio referente è il lettore e non il politico e che il mio compito è quello di rappresentarlo come è senza mediazioni".
Rappresentarlo anche nei suoi aspetti privati? E' giusto frugare nella vita intima di chi ci governa, è utile?
"(...) Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. (...) La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico".

Ecco, questo sì che è un modo obiettivo di intendere il giornalismo, deontologicamente corretto e rispettoso dei propri lettori. Ce ne fossero, di giornalisti così, in questi tempi grami per l'informazione.
Ma figuratevi se oggi, uno che proclama cose di questo tipo, potrebbero fare carriera nella TV pubblica o essere chiamato a dirigere - che so - il maggior telegiornale nazionale.
(se volete sapere di chi si tratta, andatevi a leggere il resto di questo vecchio articolo di Repubblica rintracciato da Gilioli)

domenica 23 gennaio 2011

E' morto Silvio Berlusconi

COMO - SI chiamava come il premier, Silvio Berlusconi, e proprio questa omonimia lo aveva reso famoso, come quando ai giornalisti aveva dichiarato "Sono io l'unico Berlusconi operaio". Oggi pomeriggio Silvio Berlusconi, operaio 57enne di Veniano, in provincia di Como, è morto in un incidente di montagna. È scivolato su un lastrone di ghiaccio ed è precipitato per 30 metri in una scarpata nel corso di una escursione al rifugio Menaggio nell'alpe denominata "Forcoletta". La salma è stata recuperata dai medici del 118 accorsi sul posto con un elicottero.

Operaio in tessitura, Silvio Berlusconi viveva a Veniano (Como) e spesso la sua omonimia era stata al centro di servizi giornalistici, specialmente in occasione delle elezioni politiche, dal momento che il Silvio Berlusconi comasco era un sostenitore del centrosinistra. Ironizzò ad esempio quando il premier si definì «Presidente operaio». «Di Silvio Berlusconi operaio ci sono soltanto io» disse l'omonimo, che raccontò anche di avere rifiutato le candidature che gli erano state offerte da liste civetta, ansiose di poter vantare un Silvio Berlusconi capolista.
(da Leggo Italia)

Ecco, i migliori se ne vanno sempre per primi.

giovedì 20 gennaio 2011

De pudore et continentia

Come può uno che, pur avendo scelto liberamente di rinunciare alla propria vita sessuale, reclama a gran voce il diritto di intervenire pesantemente nel determinare le regole di quella degli altri e che, tra l'altro, arriva a dichiarare, come pochi giorni fa, che "la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile in alcuni Paesi europei rappresenta una minaccia alla libertà religiosa", come può - dicevo - questa persona non riuscire a trovare il tempo per spendere neanche una parola per commentare, dall'alto del suo magistero, le inquietanti vicende che emergono in questi giorni e poi pretendere di risultare credibile nella sua missione pastorale?

martedì 18 gennaio 2011

venerdì 14 gennaio 2011

Il posto fisso nell'era globale

Massimo Bucchi da Repubblica.it

Musicisti non musicisti

"L’idea uscì fuori in un periodo in cui ero del tutto a corto di idee. Avevo lavorato per un certo periodo sulla mia musica ed ero veramente a un punto morto. Fui felice che qualcuno venisse da me a dirmi, “Abbiamo questo problema – risolvilo.” La nota dell’agenzia diceva, “Vogliamo un pezzo ispirato, universale e bla bla e da da da, ottimistico, futuristico, sentimentale, emotivo,” con tutta questa lista di aggettivi e poi alla fine, in fondo leggo “e deve essere lungo 3¼ secondi.” Pensai che era così divertente e curioso che mi venne davvero voglia di mettere insieme questo minuscolo brano. È come fare un piccolo gioiello. In verità ne feci 84. Fui totalmente assorbito da questo mondo di minuscoli brani musicali. Ero tanto sensibile ai microsecondi alla fine si aprì una diga nel mio lavoro. Quando ebbi finito e tornai a lavorare sui pezzi da tre minuti circa, mi sembrarono oceani di tempo."

Brian Eno sulla creazione dei suoni di avvio di Windows 95
(via Out-o-matic)

giovedì 13 gennaio 2011

Quando il gioco si fa duro

Accade a Perugia che per certi gravi e delicati problemi che non vi sto qui a raccontare (la riorganizzazione del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, il cosiddetto "Repartino", altri dettagli qui) un sindacato come la Fials per denunciare il caso non abbia trovato di meglio che minacciare addirittura  "l'intervento del Gabibbo".
Per carità, qui non si vuole sostenere che le grandi lotte sindacali vadano combattute con i metodi del secolo scorso, ma certo che un ventennio di berlusconismo ne sta lasciando di segni in questo paese.

mercoledì 12 gennaio 2011

L'unico posto

«Ho l'impressione sempre più spesso, quando torno in Italia, che siamo diventati un paese prigioniero delle paure. E la prima è quella del futuro. Declinata in varie forme. Fanno paura la società multietnica, i cambiamenti sociali, le scoperte scientifiche, sempre rappresentate come pericoli, la contemporaneità in generale. Si fa strada, perfino fra i giovani, la nostalgia di un passato molto idealizzato. Si combina una memoria corta e una speranza breve, e il risultato è l'immobilità.
Il passato sarà un buon rifugio, ma il futuro è l'unico posto dove possiamo andare».

Renzo Piano, architetto

lunedì 10 gennaio 2011

Il culto di Elio

1. Elio, ma nella vita privata sei così? “No, cambio completamente. Sono biondo”.

2. “Chi l’ha detto che i giovani non hanno ideali? E’ falso. Basta salire su un autobus per rendersene conto. C’è un nuovo credo che si tocca con mano: l’assenza di peli. Per la rasatura totale sopportano un dolore bestiale, spendono soldi, investono tempo. Se questi non sono sacrifici!”.

3. Qualcuno di voi ha abitudini insopportabili? Elio: “Io ho un solo neo. Cago in pubblico. E’ l’unica cosa. Per il resto credo di essere l’ospite ideale”. Faso: “E’ importante che quello tra noi che si trova con Elio, porti con sé un set come quello dei cani”.
Stefano Pistolini dalle colonne de Il Foglio prova a raccontare trent'anni di multiforme carriera degli Elii.