martedì 21 settembre 2010

Non è fantastica come suoneria?

10 cose che (forse) non sapete su Bill

1) Voleva diventare un medico, ma fu costretto a lasciare l'università dopo essere stato arrestato per possesso di marijuana.
2) Per proporgli una parte, occorre lasciargli un messaggio in segreteria telefonica sperando che lo ascolti (per niente scontato) e che poi richiami.
3) E' stato fermato dalla polizia svedese mentre era alla guida di un cart da golf in sospetto stato di ubriachezza.
4) E' l'unico attore al mondo ad aver recitato sia nell'Amleto che in Charlie's Angels nello stesso anno.
5) A causa dei suoi frequenti sbalzi d'umore, Dan Akroyd gli ha affibbiato il nomignolo di "The Murricane", che in seguito è diventato anche il nome di un cocktail a base di bourbon, basilico, fiori di sambuco, anguria e pepe.
6) Ha ottenuto il ruolo di Peter Venkman in Ghostbusters solo dopo la morte di John Belushi, a cui la parte era destinata.
7) Si dice che si diverta a comparire alle spalle di ignari sconosciuti a New York sussurrando "Indovina chi è?", quelli si girano sbigottiti e si sentono dire: "Nessuno ti crederà mai".
8) Sua sorella è una suora.
9) Durante il film Ricomincio da capo gli è stato chiesto di assumere un assistente per fare da tramite tra lui e la produzione, e lui ha ingaggiato un sordomuto capace di comunicare solo nel linguaggio dei segni degli Indiani d'America.
10) Oggi compie 60 anni.
(notizie pescate qua e là da un articolo del Guardian)

venerdì 17 settembre 2010

Frivolezze


Lo so che non ve l'aspettavate, ma per prevenire eventuali critiche sulla presumibile trasandatezza del titolare, questo blog inaugura l'angolo fashion. Tiè.
Prosegue la collaborazione tra Converse e Missoni, iniziata qualche mese fa con una colorata collezione primavera-estate. Ora è in uscita la versione autunnale della tipica texture a zigzag, che a mio (daltonico) parere rende meglio sui toni spenti che su quelli vivaci. Almeno sulle sneakers. Comunque a me piacciono un sacco quelle in alto. A Beverly Hills pare che si possano portare via a circa 200 dollari, chissà qui da noi?
(Non so per quanto tempo riuscirò a tenerle nascoste ai miei figli, ultimamente vogliono indossare solo Converse)

In nome del Papa Regina


(via phonkmeister)


domenica 12 settembre 2010

Ministra riscaldata

D: È ancora una fan di Vasco Rossi?
R: «Sì. Alcune sue canzoni sono bellissime».
D: Per esempio?
R: «Albachiara».
D: Un inno all'autoerotismo femminile.
R: «Macché, macché, ma cosa dice?».
D: Nella strofa finale: «Qualche volta fai pensieri strani / con una mano, una mano, ti sfiori, / tu sola dentro la stanza / e tutto il mondo fuori».
R: «Non l'avevo mai colta, non entriamo in questi dettagli, non mi rovini Albachiara».
Questa me l'ero persa. E' un estratto dall'intervista di Stefano Lorenzetto al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, apparsa su "Il Giornale" del 22 agosto scorso.
(via No, perché?)

sabato 11 settembre 2010

Ultime parole famose


Le iscrizioni funebri costituiscono una sorta di genere letterario a sé. Sia che uno se lo scelga accuratamente ricordandolo nelle ultime volontà, sia che se lo ritrovi affibbiato in eterno per decisione delle persone più prossime, l'epitaffio può rivelarsi un modo per gettare una luce particolare sull'esistenza del commemorato.
Spulciando tra quelle di qualche personaggio famoso, troviamo frasi altisonanti, commoventi, stupefatte, consolatorie, ironiche, a volte surreali. Eccone un piccolo florilegio:
La stella più luminosa è quella che si spegne per prima. (Jimi Hendrix)
Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. (Immanuel Kant)
Qui giace uno il cui nome fu scritto nell'acqua. (John Keats)
Proletari di tutti i paesi unitevi. (Karl Marx)
174517 (Primo Levi – Il "tatuaggio identificativo" di Monowitz)
Un quarto d'ora prima di morire, era ancora in vita. (attribuito a Jacques de La Palice)
Il meglio deve ancora venire. (Frank Sinatra)
D'altronde, sono gli altri che muoiono. (Marcel Duchamp)
Giace qui da qualche parte. (Werner Heisenberg)
Ho finito di instupidire. (Paul Erdős)
Non fu mai impallato. (Vittorio Gassman)
Ho smesso di fumare. (Gianfranco Funari)
Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato. (Walter Chiari)
Poi ci sono gli epitaffi degli sconosciuti, talvolta piccoli capolavori di disarmante umanità, come quell'iscrizione funeraria in un cimitero di Viareggio che recita: Questo non mi era mai capitato. O come l'arguta scritta ritrovata sulla tomba di un attore etrusco: Sono morto tante volte, ma così mai.
Una delle mie preferite, nella sua semplicità, resta però quella incisa su una lapide nel cimitero di Bazzano (Bologna): Al geva me ca steva poc' bain (in bolognese: Lo dicevo io, che stavo poco bene).

domenica 5 settembre 2010

Venghino, venghino, siore e siori

D'accordo, se uno avesse davvero voglia di indignarsi si può agevolmente trovare di molto meglio in questo paese. Eppure la campagna di affissioni che in questi giorni si può vedere per le strade di Perugia mi pare così arrogantemente offensiva per l'intelligenza dei cittadini che non può passare inosservata.
La tesi è dei Club della Libertà (che, per inciso, non so bene in quali rapporti siano con i Promotori della Libertà e con i Circoli della Libertà tra le emanazioni del Popolo della Libertà, erede del Partito della Libertà nato sulle ceneri della Casa delle Libertà):"Zero vittime. Il nuovo Codice della strada lo permette."
Il che è come dire che la riforma della scuola permetterebbe zero bocciature. O che la riforma fiscale azzererebbe l'evasione.
Quello che mi sta più pesantemente sugli zebedei è questo continuo e straripante tentativo di semplificare i problemi complessi, pretendendo di risolverli con puri slogan demagogici e cercando di creare pericolosi cortocircuiti nella mente delle persone, con il racconto edulcorato della realtà che prevale sulla realtà stessa.
Manca solo che un giorno Berlusconi arrivi a promettere la sconfitta del cancro in tre anni. (Ooops...).

venerdì 3 settembre 2010

Toh, una bella sorpresa

...sarò pur strano e inaffidabile,
tutto quello che vuoi tu,
ma non mi dire che non senti niente,
se ti stringo forte
e fai dei sogni pirotecnici,
dacché dormi accanto a me,
giuri che è una coincidenza poi sorridi...
L'altra sera ho visto per la prima volta i Nobraino, in concerto a Spello (PG). Confesso che non ne avevo mai sentito parlare (qualche mese fa sono stati ospiti nel salotto della Dandini ma me li sono persi) e dico subito che è una band che va tenuta d'occhio. Un po' perché sono bravi e ne sentiremo parlare ancora, un po' perché sono proprio dei pazzi scatenati.
Band indie-rock, sanguigna e irriverente, bizzarra ma solida, guidata da un frontman, Lorenzo Kruger, funambolico e beffardo, capace di conservare il suo magnetico timbro vocale anche nelle situazioni più scomode (a testa in giù, nuotando tra le siepi, scalando tetti...). Qualche cover non scontata (De André, Capossela, ma anche Toto Cutugno e Raoul Casadei) ma soprattutto brani propri (sono al terzo disco): storie stravaganti, testi di spessore, atmosfere tra il grottesco e lo struggente, arrangiamenti non scontati, eseguiti in stile teatrale.
Insomma, se vi capitano a tiro, mettetevi in tenuta da pogata e andateli a vedere.