giovedì 24 novembre 2011

Cosa c'è dietro Monti?

E' solo un caso che Mario Monti sia entrato per la prima volta in Senato l'11.11.2011? E quali oscuri legami lo collegano al pittore fiammingo Pieter Bruegel?
Tutta la verità in questo sconvolgente video.

lunedì 16 maggio 2011

Se la volontà popolare la dice la sua


Io amo quest'uomo.
Il Maestro Fabio Chiari, liutaio in Firenze, spiega perché è meglio andare a votare i referendum invece che andare al mare.

lunedì 9 maggio 2011

Convegno sul nulla

Quando non c’è niente da dire, o quando non si sa cosa dire, o quando non si sa cosa fare, o quando non si vede niente, o quando non si capisce niente, o quando non si sente niente, o quando non si riesce a dormire, o quando non si vuole mangiare: le astensioni di tutti i tipi; le scene mute, le fotografie sbagliate, le macchine che restano senza benzina, i sans papier, i sanculotti, i frigo vuoti, i film muti, i buchi neri, la menopausa, le notti in bianco, quando si cerca in tutte le tasche e non c’è neanche una sigaretta; i digiuni, gli anestetici, gli astemi, gli anoressici, gli scioperi; le pianure, le steppe, i deserti, la siccità, la crisi energetica, i black out, gli annulli filatelici, le amnesie, la crescita zero, le tinte unite. La calvizie. La sterilità. Il celibato e il nubilato. L’inappetenza e l’incontinenza. Il buio. Il silenzio. Il niente. Il nulla. Il nulla. Carlo Boccadoro, Mirco Ghirardini, Stefano Andreoli, Mauro Dadina, Anna Pasi, Alfredo Gianolio, Guido Barbujani, Paolo Albani, Guido Leotta, Alessandro Bonino, Ugo Cornia, Gabriele Bevilacqua, Paolo Nori e Marco Raffaini, il 29 maggio del 2011, a Lido Adriano (RA), si troveranno a parlare del nulla. Non si sa perché. Con le mostre Cento bozzetti di copertine di libri non ancora stampati di testi non ancora scritti di autori non ancora nati, di Gianni Zaffagnini e Unf(o)unded, 32 curatori italiani, storici dell’arte e galleristi, 20 grandi artisti di fama internazionale: 1 ora di arte contemporanea (in audioguida) e neanche un quadro (da confermare). Si accettano contributi del pubblico.
(Paolo Nori - Ničego)

Giochi da tavolo

1 Conosci tutte le risposte del Trivial Pursuit? Sei triste. 2 Il vero brivido dell’Allegro chirurgo è sbagliare un trapianto di cuore. 3 Attento alla gentrificazione del Monopoli: parco della Vittoria è un covo di arricchiti, la gente cool ora abita in zona Centrale elettrica. 4 Non giocare al Gioco dell’oca senza aver messo almeno un filo di trucco. 5 Se vuoi vincere a Risiko prendi di mira l’avversario emotivamente più fragile. Fallo piangere. 6 Spegni il computer: i giochi da tavolo si fanno sul tavolo.
(via Internazionale)

giovedì 21 aprile 2011

giovedì 14 aprile 2011

Statistics

Qui al Pop Chart Lab potete pure accattarvi l'omonima maglietta. Un must.

Dopo i profumati tempi che eravamo giovani

Che coppia straordinaria sono stati Fernanda Pivano ed Ettore Sottsass. Così lui racconta la richiesta di lei, già sposata, d’andare a vivere insieme: “Un giorno Fernanda mi ha telefonato dicendo che voleva vedermi a Roma, e abbiamo combinato. Ci siamo incontrati a Piazza di Spagna. Era inverno e Fernanda aveva un grosso cappotto di peli ed era molto cambiata; sembrava appena uscita da un bagno gelato, dopo un sogno sconvolgente. Mi ha detto che stava divorziando e che sarebbe tornata a casa a Torino e se avevo ancora voglia di stare con lei. Le ho detto che mi sarebbe piaciuto molto, e dopo qualche mese è stato così”. Era il 1949. Molti anni dopo, nel 2004, Fernanda, divorziata per volontà di Ettore, lo incontra a Genova all’Acquario. Siede con altri al ristorante vicino alla vasca degli squali: “Sottsass, il mio ex marito, era due tavoli più in là. Credo non mi abbia riconosciuta perché non mi ha nemmeno salutata. Povera me”.
(continua su Doppiozero)

lunedì 11 aprile 2011

Fare la differenza

Finalmente si parte con la raccolta differenziata anche a casa mia (l'unico porta a porta consentito - anzi, auspicato - nella mia dimora, ormai da tempo debrunovespizzata).

venerdì 1 aprile 2011

Bucio de culo!

Oggi esce Boris - Il Film. Non l'ho ancora visto, ma da ammiratore della prima ora della serie televisiva credo proprio che valga la pena vederselo. Se non altro, almeno per vedere se René Ferretti si è piegato alle richieste dei produttori.

giovedì 24 marzo 2011

Vecchi coccodrilli

Il necrologio funebre apparso sul New York Yimes per ricordare Elizabeth Taylor è stato scritto da un giornalista deceduto quasi sei anni prima. (via gravità zero)

In Italia si tende a pensare che i necrologi siano una forma di giornalismo di serie B, magari da affidare a qualche novizio o a vecchi giornalisti in declino. Nel mondo anglosassone invece l'obituary rappresenta un vero e proprio genere letterario. Con qualche distinzione: gli inglesi non descriverebbero mai nei minimi dettagli le malattie che hanno causato la morte come piace invece fare agli americani, mentre questi ultimi non vedono di buon occhio l'eccesso di pettegolezzo che si trova nella stampa mortuaria inglese.
Richard Pearson, famoso specialista di necrologi del Washington Post, soleva dire: «A me i pezzi li assegna Dio».

Imperdibile

Lo pretendo. Si può comprare qui.

lunedì 21 marzo 2011

Primavera

Conosco una città
dove la primavera
arriva e se ne va
senza trovare un albero
da rinverdire,
un ramo da far fiorire
di rosa o di lillà.

Per quelle strade murate
come prigioni
la poveretta s'aggira
con le migliori intenzioni:
appende un po' di verde
ai fili dei tram, ai lampioni,
sparge dei fiori
davanti ai portoni
(e dopo un momentino
se li prende un netturbino...).

Altro da fare
non le rimane,
per settimane e settimane,
che dirigere il traffico
delle rondini, in alto,
dove la gente
non le vede e non le sente.
Di verde in quella città
(dirvi il suo nome non posso)
ci sono soltanto i semafori
quando non segnano rosso.

G. Rodari, da "Filastrocche lunghe e corte"

giovedì 17 marzo 2011

L'Italia da domani

Abbiamo avuto delle perplessità sull’investimento messo in questa festa che celebra quel che l’Italia è stata e non è stata finora, investimento fatto mentre sottraiamo ogni giorno impegno a ciò che l’Italia dovrebbe e vorrebbe essere. Sono i tempi più mediocri della storia nazionale. Ma sancire da dove ripartiamo, prima di ripartire, è una tappa promettente: e tutte le recenti riscoperte di quello che è successo prima che ci trovassimo qui sono un bel capitale iniziale. Però i capitali si investono, per costruire: non si passa il tempo a rimirarli, a stivarli sotto il materasso e a contare le monetine. L’Italia che da domani ci interessa è quella del 18 marzo, e del 19, e del 20, e così via. È l’Italia dei giorni normali, non dei momenti drammatici. È la nostra capacità di produrre qualcosa di cui andar fieri che non risalga a prima dell’alluvione di Firenze, che non abbia sempre e solo a che fare con la tragedia e la sconfitta, che riguardi l’Italia come è oggi e non solo come è stata a volte una montagna di anni fa. La nostra capacità di non dovercela sempre far prestare da qualche antenato, l’Italia.

Buon 17 marzo, e poi darsi da fare e meritarsela.
sacrosantemente rebloggo
(da Il Post)

Con gli occhi asciutti nella notte scura

Auguri Belladonna

Una volta – ero all’estero – entrai in un negozio molto bello, incredibilmente bello. Assomigliava a un museo. Era costruito come se fosse una foresta incantata, e tutte le cose apparivano appoggiate in maniera estrosa e disordinata. Sembrava l’avessero messe lì per l’esposizione più che per la vendita.
Stetti nell negozio un sacco di tempo, e alla fine mi decisi a comprare qualche cianfrusaglia. Arrivato alla cassa scambiai due parole con il proprietario: «di dove sei?», mi chiese. Quando gli risposi che ero italiano mi guardò come un venditore di palloni guarderebbe Roberto Baggio: «Italiano? Allora ti vorrei fare una domanda», mi disse. Era quasi deferente, come si parla con un esperto. «Dimmi, ti piace il mio negozio?».
Gli risposi quello che pensavo: mi piaceva eccome quel negozio, era proprio bello. E si vedeva quanto ci tenesse, per come l’aveva fatto. Allora lui mi rivelò la chiave: «questo mi fa enormemente piacere – mi disse – ed è il complimento più bello che un italiano potesse farmi. Perché io ho provato a fare questo negozio come voi italiani fate qualunque cosa:
prima, che fosse bello; e poi, forse, che funzionasse».
Auguri Belladonna, da Distanti saluti

lunedì 14 marzo 2011

Apocalypse Nano


Le centrali nucleari italiane saranno sicurissime.
Noi italiani siamo precisi e organizzati, non casinisti come i giapponesi. Come sempre, i nostri appalti saranno limpidi come il cristallo, i nostri cantieri totalmente in regola, le nostre assunzioni basate sul più rigido criterio meritocratico, i nostri controlli rigorosi ed imparziali. Costruiremo centrali tecnicamente all'avanguardia, nel rispetto dell'ambiente e del territorio. Le scorie saranno smaltite in modo corretto e tempestivo, com'è sempre accaduto per ogni tipo di rifiuto urbano.
E poi l'Italia non è zona sismica.
Alessandra Daniele su Carmilla (continua qui)

Help Japan

(via The form of beauty)

domenica 6 marzo 2011

Essere Renzo Bossi


(via nipresa)
Rebloggo ma non ci credo. Dai, non può essere. E' sicuramente una clip costruita ad arte per mostrare la sua componente autoironica, come il libro di barzellette di Totti. E' così, vero? Dai, ditemi che è così...

giovedì 17 febbraio 2011

L'utopia

(photo: Ben Heine, Pencil Vs Camera - 29)

L’utopia
è come l’orizzonte:
cammino due passi, e si allontana di due passi.
Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi.
L’orizzonte è
irraggiungibile.
E allora, a cosa serve l’utopia?
A questo: serve per
continuare a camminare.

Eduardo Hughes Galeano
(via uomoinpolvere)

venerdì 11 febbraio 2011

Facce

Dalla tumblrsfera viene suggerita questa somiglianza tra una partecipante al presidio Pdl davanti al Palazzo di Giustizia a Milano e la signora protagonista di una puntata di Uomini e donne.
Non so se si tratta della stessa persona, forse anche no. Però il cortocircuito è antropologicamente divertente.

Consigli per aspiranti registi

"Nei primi ciak, Nicholson fa un’interpretazione regolare, allora Kubrick dice ‘bella, falla di nuovo’. E allora lui la recita in modo stravagante, e poi più stravagante ancora. Poi dopo circa dodici ciak inizia a trattenersi. E Kubrick continua a far ripetere. Così Jack comincia a stancarsi e si mette a fare cose pazzesche, fa le smorfie, ulula, grida. Le scene di pazzia di Jack Nicholson specialmente quella con l’ascia in mano sono solitamente quella del 27°, 29° ciak. Ma per ottenerle erano necessarie anche tutte le altre. Non si può dire a un attore, anche bravissimo, “Ciak uno. Ora sei pazzo”. Bisogna farcelo diventare."
John Baxter, biografo di Stanley Kubrick
(via piccolerispostesenzadomanda)

La nuova linea difensiva

Silvio trombava le minorenni aspiranti soubrette nel suo ruolo di Presidente Mediaset. Quindi il tribunale competente è quello di Forum.
(DonZauker)

giovedì 3 febbraio 2011

Incantesimo

Il re Mida era un grande spendaccione, tutte le sere dava feste e balli, fin che si trovò senza un centesimo. Andò dal mago Apollo, gli raccontò i suoi guai e Apollo gli fece questo incantesimo: “Tutto quello che le tue mani toccano deve diventare oro”.
Il re Mida fece un salto per la contentezza e tornò di corsa alla sua automobile, ma non fece in tempo a toccare la maniglia della portiera che subito la macchina diventò tutta d’oro. Era diventata d’oro anche la benzina, così la macchina non camminava più. Appena a casa il re Mida andava in giro per le stanze a toccare più cose che poteva, e tutto diventava d’oro. Venne l’ora di andare a tavola. Toccava la forchetta e diventava d’oro e tutti gli invitati battevano le mani e dicevano: “Maestà, toccatemi i bottoni della giacca, toccatemi questo ombrello”. Il re Mida li faceva contenti, ma quando prese il pane per mangiare anche quello diventò d’oro.
Corse dal mago Apollo per farsi disfare l’incantesimo, e Apollo lo accontentò. “Va bene, ma sta’ bene attento, perché per far passare l’incantesimo ci vogliono sette ore e sette minuti, e in questo tempo tutto quello che toccherai diventerà cacca di mucca”. Purtroppo il suo orologio correva più del necessario, e andava avanti un minuto ogni ora. Quando ebbe contato sette ore e sette minuti il re Mida aprì la macchina e ci montò, e subito si trovò seduto in mezzo a un gran mucchio di cacca di mucca, perché mancavano ancora sette minuti alla fine dell’incantesimo.
(Da Re Mida, di Gianni Rodari, in Favole al telefono).

Cento miliardi di chiodi

Il capitalismo (e il metodo Marchionne) secondo Ascanio Celestini

mercoledì 2 febbraio 2011

Auguri conigli!

Oggi inizia l'Anno del Coniglio, non solo per i cinesi ma anche da noi: vi consiglio di non perdervi la puntata speciale in video streaming del Ruggito del Coniglio. E già che ci siete, fatevi un'idea su che tipo di anno vi aspetta consultando un biscotto della fortuna.

Se le sceglie sempre più giovani


Beast, artista di strada non nuovo a incursioni che coinvolgono il PresdelCons, ne ha combinata un'altra delle sue, ieri a largo Cairoli a Milano.

Me ne ero quasi dimenticato

A proposito: oggi è il giorno dela marmotta!

Meglio un giorno da Formica

A volte capita di ripescare all'improvviso dalla memoria persone con cui si è venuti a contatto solo marginalmente, tanto tempo prima, ma che non si sono mai del tutto dimenticate.
Persone che hanno lasciato un segno, magari piccolo ma profondo, nel proprio immaginario. Anche per il solo fatto di essere stati capaci di fare, nel modo migliore possibile, il loro mestiere. O anche di realizzare, in modo perfetto, una cosa apparentemente trascurabile, tipo - per esempio - dare voce ad un mirabile "cattivo" come Randall in Monsters & Co.
A gente così, anche se non ci avevi mai pensato prima e magari non sai bene perché, ci si accorge di volergli bene.
Uno di questi, che ci piace ricordare così, è Daniele Formica, che ci ha lasciati ieri.

martedì 25 gennaio 2011

Per una rivoluzione legalitaria

Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa.
Ennio Flaiano (1910 - 1972)

lunedì 24 gennaio 2011

Il direttore che vorrei al TG1

"...un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e (...) deve comportarsi e parlare come tale. Il rinnovamento del Parlamento italiano è un fenomeno anche sociologico di cui la stampa deve dare conto: io non dimentico mai che il mio referente è il lettore e non il politico e che il mio compito è quello di rappresentarlo come è senza mediazioni".
Rappresentarlo anche nei suoi aspetti privati? E' giusto frugare nella vita intima di chi ci governa, è utile?
"(...) Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. (...) La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico".

Ecco, questo sì che è un modo obiettivo di intendere il giornalismo, deontologicamente corretto e rispettoso dei propri lettori. Ce ne fossero, di giornalisti così, in questi tempi grami per l'informazione.
Ma figuratevi se oggi, uno che proclama cose di questo tipo, potrebbero fare carriera nella TV pubblica o essere chiamato a dirigere - che so - il maggior telegiornale nazionale.
(se volete sapere di chi si tratta, andatevi a leggere il resto di questo vecchio articolo di Repubblica rintracciato da Gilioli)

domenica 23 gennaio 2011

E' morto Silvio Berlusconi

COMO - SI chiamava come il premier, Silvio Berlusconi, e proprio questa omonimia lo aveva reso famoso, come quando ai giornalisti aveva dichiarato "Sono io l'unico Berlusconi operaio". Oggi pomeriggio Silvio Berlusconi, operaio 57enne di Veniano, in provincia di Como, è morto in un incidente di montagna. È scivolato su un lastrone di ghiaccio ed è precipitato per 30 metri in una scarpata nel corso di una escursione al rifugio Menaggio nell'alpe denominata "Forcoletta". La salma è stata recuperata dai medici del 118 accorsi sul posto con un elicottero.

Operaio in tessitura, Silvio Berlusconi viveva a Veniano (Como) e spesso la sua omonimia era stata al centro di servizi giornalistici, specialmente in occasione delle elezioni politiche, dal momento che il Silvio Berlusconi comasco era un sostenitore del centrosinistra. Ironizzò ad esempio quando il premier si definì «Presidente operaio». «Di Silvio Berlusconi operaio ci sono soltanto io» disse l'omonimo, che raccontò anche di avere rifiutato le candidature che gli erano state offerte da liste civetta, ansiose di poter vantare un Silvio Berlusconi capolista.
(da Leggo Italia)

Ecco, i migliori se ne vanno sempre per primi.

giovedì 20 gennaio 2011

De pudore et continentia

Come può uno che, pur avendo scelto liberamente di rinunciare alla propria vita sessuale, reclama a gran voce il diritto di intervenire pesantemente nel determinare le regole di quella degli altri e che, tra l'altro, arriva a dichiarare, come pochi giorni fa, che "la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile in alcuni Paesi europei rappresenta una minaccia alla libertà religiosa", come può - dicevo - questa persona non riuscire a trovare il tempo per spendere neanche una parola per commentare, dall'alto del suo magistero, le inquietanti vicende che emergono in questi giorni e poi pretendere di risultare credibile nella sua missione pastorale?

martedì 18 gennaio 2011

venerdì 14 gennaio 2011

Il posto fisso nell'era globale

Massimo Bucchi da Repubblica.it

Musicisti non musicisti

"L’idea uscì fuori in un periodo in cui ero del tutto a corto di idee. Avevo lavorato per un certo periodo sulla mia musica ed ero veramente a un punto morto. Fui felice che qualcuno venisse da me a dirmi, “Abbiamo questo problema – risolvilo.” La nota dell’agenzia diceva, “Vogliamo un pezzo ispirato, universale e bla bla e da da da, ottimistico, futuristico, sentimentale, emotivo,” con tutta questa lista di aggettivi e poi alla fine, in fondo leggo “e deve essere lungo 3¼ secondi.” Pensai che era così divertente e curioso che mi venne davvero voglia di mettere insieme questo minuscolo brano. È come fare un piccolo gioiello. In verità ne feci 84. Fui totalmente assorbito da questo mondo di minuscoli brani musicali. Ero tanto sensibile ai microsecondi alla fine si aprì una diga nel mio lavoro. Quando ebbi finito e tornai a lavorare sui pezzi da tre minuti circa, mi sembrarono oceani di tempo."

Brian Eno sulla creazione dei suoni di avvio di Windows 95
(via Out-o-matic)

giovedì 13 gennaio 2011

Quando il gioco si fa duro

Accade a Perugia che per certi gravi e delicati problemi che non vi sto qui a raccontare (la riorganizzazione del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, il cosiddetto "Repartino", altri dettagli qui) un sindacato come la Fials per denunciare il caso non abbia trovato di meglio che minacciare addirittura  "l'intervento del Gabibbo".
Per carità, qui non si vuole sostenere che le grandi lotte sindacali vadano combattute con i metodi del secolo scorso, ma certo che un ventennio di berlusconismo ne sta lasciando di segni in questo paese.

mercoledì 12 gennaio 2011

L'unico posto

«Ho l'impressione sempre più spesso, quando torno in Italia, che siamo diventati un paese prigioniero delle paure. E la prima è quella del futuro. Declinata in varie forme. Fanno paura la società multietnica, i cambiamenti sociali, le scoperte scientifiche, sempre rappresentate come pericoli, la contemporaneità in generale. Si fa strada, perfino fra i giovani, la nostalgia di un passato molto idealizzato. Si combina una memoria corta e una speranza breve, e il risultato è l'immobilità.
Il passato sarà un buon rifugio, ma il futuro è l'unico posto dove possiamo andare».

Renzo Piano, architetto

lunedì 10 gennaio 2011

Il culto di Elio

1. Elio, ma nella vita privata sei così? “No, cambio completamente. Sono biondo”.

2. “Chi l’ha detto che i giovani non hanno ideali? E’ falso. Basta salire su un autobus per rendersene conto. C’è un nuovo credo che si tocca con mano: l’assenza di peli. Per la rasatura totale sopportano un dolore bestiale, spendono soldi, investono tempo. Se questi non sono sacrifici!”.

3. Qualcuno di voi ha abitudini insopportabili? Elio: “Io ho un solo neo. Cago in pubblico. E’ l’unica cosa. Per il resto credo di essere l’ospite ideale”. Faso: “E’ importante che quello tra noi che si trova con Elio, porti con sé un set come quello dei cani”.
Stefano Pistolini dalle colonne de Il Foglio prova a raccontare trent'anni di multiforme carriera degli Elii.