giovedì 20 gennaio 2011

De pudore et continentia

Come può uno che, pur avendo scelto liberamente di rinunciare alla propria vita sessuale, reclama a gran voce il diritto di intervenire pesantemente nel determinare le regole di quella degli altri e che, tra l'altro, arriva a dichiarare, come pochi giorni fa, che "la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile in alcuni Paesi europei rappresenta una minaccia alla libertà religiosa", come può - dicevo - questa persona non riuscire a trovare il tempo per spendere neanche una parola per commentare, dall'alto del suo magistero, le inquietanti vicende che emergono in questi giorni e poi pretendere di risultare credibile nella sua missione pastorale?

1 commento:

  1. Anonimo20.1.11

    Intendiamoci, il nostro nano capo del governo può scoparsi chi quanto e come vuole (sempre che l'altra persona sia consenziente e quanto riportato questi giorni sembra che vada in tal senso) ma francamente mi sono rotta le palle che da mesi non si fa altro che pensare a discutere e cercare di risolvere problemi di natura legal-sessuale del nostro nano che inveìce dovrebbe utilizzare il suo tempo a risolvere i problemi del nostro paese. C'è una connivenza spaventosa tra coloro che detengono il potere che mi fa vomitare. Vengo al punto. Il santo padre farebbe bene a curarsi dei problemi spirituali del suo gregge, invece di dire che del sesso non si può parlare perché è dannoso, e il preservativo no perché è peccato (no, aspetta, come ha detto? una volta tanto sì ma solo in casi particolari... ho rimosso...), Evviva Napoleone quando decretò la fine del potere temporale della chiesa. Stiamo peggio che nell'alto medioevo o durante la santa inquisizione. Propongo una rivoluzione contro la chiesa. Giacobinamente parlando. Chi mi segue? (Lads)

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