lunedì 24 gennaio 2011

Il direttore che vorrei al TG1

"...un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e (...) deve comportarsi e parlare come tale. Il rinnovamento del Parlamento italiano è un fenomeno anche sociologico di cui la stampa deve dare conto: io non dimentico mai che il mio referente è il lettore e non il politico e che il mio compito è quello di rappresentarlo come è senza mediazioni".
Rappresentarlo anche nei suoi aspetti privati? E' giusto frugare nella vita intima di chi ci governa, è utile?
"(...) Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. (...) La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico".

Ecco, questo sì che è un modo obiettivo di intendere il giornalismo, deontologicamente corretto e rispettoso dei propri lettori. Ce ne fossero, di giornalisti così, in questi tempi grami per l'informazione.
Ma figuratevi se oggi, uno che proclama cose di questo tipo, potrebbero fare carriera nella TV pubblica o essere chiamato a dirigere - che so - il maggior telegiornale nazionale.
(se volete sapere di chi si tratta, andatevi a leggere il resto di questo vecchio articolo di Repubblica rintracciato da Gilioli)

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