L’imbecille dubita che l’interlocutore sia alla sua altezza. Il sapiente dubita di essere all’altezza dell’interlocutore.(Sì, lo so che è lunedì, ma mica potevo aspettare sei giorni solo per sentirmi la coscienza a posto come ribloggatore titolisticamente corretto.)
L’imbecille, infatti, è pieno di sé, mentre il sapiente è pieno dell’altro e dell’altrove.
Per via di questo diverso rapporto con l’altro, l’imbecille è convinto* di essere sapiente, mentre il sapiente non esclude la possibilità** di essere imbecille.
Da questo paradosso deriva l’eterna maledizione del mondo, condannato da non so quale nume ironico a essere dominato dagli imbecilli.
Quanto a me, non escludo la possibilità di essere il re degli imbecilli.
——
* L’imbecille è sempre convinto di qualcosa.
** Il sapiente tende a pensare in termini probabilistici, quindi non sarà mai pienamente convinto di alcunché.
(letturalenta)
lunedì 8 novembre 2010
Aforismi concatenati della domenica
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Piuttosto piena .... della mia imbecillità
RispondiEliminaMa anche possibilista di ... sapienza (nel senso di "avere sapore")
Da ciò deriva la mia "sapiente imbecillità", saputona e "scema (nel senso "mancante di")di cervello" che non sono altro...
(Lads)